Sia Meloni che il ministero del Lavoro hanno ribadito che il reddito di cittadinanza non verrà eliminato ma sarà rinnovato con qualche novità.
L’obiettivo di Giorgia Meloni è assistere coloro che non sono possono lavorare con un sussidio statale ma incentivare al lavoro coloro che invece sono nelle condizioni di occupabilità. Secondo i dati dell’Anpal sarebbe il 70% circa dei percettori del reddito di cittadinanza ad essere in grado di lavorare. Il governo chiarisce, come detto in campagna elettorale, che non ha intenzione di cancellare la misura ma modificarla.
Per Meloni il sussidio deve essere garantito a pensionati in difficoltà, invalidi, chi non ha reddito e minori a carico. Mentre per il resto dei percettori che sono nelle condizioni di poter trovare lavoro bisogna facilitare l’assunzione migliorando i centri per l’impiego. “Il reddito di cittadinanza non finirà il 31 dicembre di quest’anno ma qualcosa si può progettare fin da subito” ha detto il viceministro del lavoro Durigon.
Nonostante tra le fila della maggioranza c’è chi è più drastico riguardo questa misura, il viceministro assicura che si interverrà solo con modifiche al reddito con l’obbligo dell’offerta congrua: “Se non si accetta, a casa già la prima volta”. Il viceministro sottolinea l’importanza del mondo del lavoro privato come le agenzie interinali per agevolare l’incontro tra domanda e offerta.
“Nessuno vuole togliere il reddito, ma va modificato”
A ribellarsi contro questo intervento sul reddito di cittadinanza è il leader dei 5 stelle Giuseppe Conte che dichiara che mettere in discussione il reddito è un “grave errore”. “Cosa significa dire ‘vogliamo modificare il reddito di cittadinanza solo per quel terzo dei percettori idonei al lavoro?” ha detto l’ex premier. “Il lavoro non c’è, e non è certo Meloni che lo sta creando in questo momento occupandosi di reati da Stato di polizia: se il reddito di cittadinanza non c’è, avremo un problema in più, avremo una famiglia che non riesce ad arrivare a fine mese. Stiamo parlando di indigenti. Dobbiamo smetterla di pensare che ci sono dei furbetti che sono meno dell’1%”, ha detto Conte.
Il 31 ottobre sono scaduti anche i contratti per i navigator e il governo ha deciso di non prorogarli. Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulé ha dichiarato che i “navigator hanno fallito” provocando uno spreco di denaro senza produrre effetti per cui erano stati pensati. Se queste figure avessero funzionato invece, “non ci troveremmo oggi di fronte a 350mila offerte di lavoro vacanti da parte delle imprese, che sono così costrette a cercare autonomamente sul mercato quel personale che non sono riuscite a trovare presso i Centri per l’impiego”.
Anche Mulè ha sottolineato che “nessuno vuole togliere con un colpo di mano il reddito di cittadinanza, soprattutto ai poveri e a coloro che sono realmente inabili al lavoro. Ma è un sistema che va modificato e rimodulato in profondità, così come devono essere rimodulati i parametri Isee, perché gli attuali alterano la reale situazione economica delle famiglie, danneggiandole”.